Ricerche personalizzate per tutti

Il 4 dicembre scorso Google ha sfornato le “Ricerche personalizzate per tutti”, ovvero una feature che mostrerà SERP uniche per ogni singolo utente a seconda delle sue “preferenze di navigazione” ovvero dei suoi gusti.

Ricerche personalizzate: il mio - negativo - punto di vista

In pochi giorni, di questa nuova funzione si è (s)parlato in lungo e in largo, e forse questo mio post potrà sembrare l’ennesimo clone. Invece no, intendo esprimere il mio più totale disappunto sulla nuova funzionalità, che - a mio avviso - rischia di far perdere serie quote di mercato al Big Motore.

A detta di Google, le ricerche personalizzate sembrano un grande passo avanti nella ricerca su Internet, volto ad aiutare le persone a ottenere migliori risultati di ricerca. Ritengo questa funzionalità una cosa inutile. Un giudizio che dò spassionatamente dopo 4gg di test esteso e senza che la mia visione SEO abbia minimamente influenzato la cosa. Perché?

Il principio di Google è sempre stato dalle sue origini di offrire i risultati migliori, e questo concetto è sempre stato basato sul suo potente algoritmo che - passando al vaglio i vari siti attraverso i 200 e più elementi costituenti lo stesso - era in grado di restituire (quasi) sempre i risultati migliori.

Ora con l’impronta personale che ogni utente potrà dare ai risultati, influenzata sostanzialmente dal numero di visite fatte (dallo storico delle ricerche) e memorizzate in un cookie, questo principio rischia di venire meno, perché l’utente medio non si renderà conto di queste differenze e continuerà a pensare che le sue ricerche e i primi siti che trova sotto al naso siano effettivamente quelli veramente più importanti.

Analogo discorso vale per il secondo fattore, la Località, il quale si prefigge di restituire risultati pertinenti in funzione della locazione geografica (derivata dall’IP) del computer dal quale ci si sta collegando.

Altro grosso errore che rischia di rendere le ricerche inutile, specie se si considerano grossolani errori come quelli che ho visto in passato ad esempio quando cercavo un ristorante a Londra Southbank e Google mi ha restituito si ristoranti a Southbank, ma in Australia ad oltre 10 mila km di distanza.

Ricerche personalizzate e SEO

Da un prospetto SEO, ovviamente, questa nuova funzione ha le medesime lacune che vedranno i clienti lamentarsi quando il loro sito non sarà più posizionato in prima pagina, magari perchè nei giorni prima si sono fatti un giro sui siti dei competitors.

Bisognerà iniziare quindi una nuova fase di evangelizzazione, spiegando a tutti cosa succede e perché, ma soprattutto come …

Disattivare le ricerche personalizzate di Google

Esistono fondalmentalmente due modi per disattivare le ricerche personalizzate.

  1. Se siete loggati nell’account Google, e se siete dei geek potete aggiungere un parametro in coda alle query (&pws=0) che non farà altro che disattivare la personalizzazione per la specifica richiesta. L’alternativa suggerita da Google è quella di cancellare la cronologia delle ricerche, ma questa verrà nuovamente popolata mano a mano che si utilizza Google e il proprio account.

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  1. Se non siete loggati nell’account Google. Cliccando in alto a destra sul link Web History potete disattivare per sempre la personalizzazione procedendo con il cosidetto opt-out, che a quel punto cancellerà il cookie nel sistema e mostrerà i risultati come un tempo (Vedi immagine sopra).

La terza opzione è quella di utilizzare un servizio come Depersonalizer che non ha tardato ad arrivare sul mercato per salvarci dall’ira del tiranno di Mountain View, il quale ultimamente sta proponendo scelte un pò troppo senza senso.