Google Alerts e i guai della localizzazione

I guai della localizzazione non si fermano solo alla corretta configurazione del proprio computer o delle cartelle del proprio sito, ma impattano un pò tutti quanti i servizi che quotidianamente utilizziamo.

Google alerts logo

Sull’iPphone, per esempio, una volta mi sono dimenticato di impostare correttamente la visualizzazione degli appuntamenti nell’ora della timezone locale, e quando sono arrivato in Inghilterra, gli appuntamenti che avevo per quel giorno – sincronizzati con il mio Mac Cal - mi vennero mostrati un’ora più tardi rispetto a quello che gli appuntamenti erano.Ma non e’ questo quello di cui vi voglio parlare, sebbene la localizzazione sia il nocciolo della questione, bensì della

Localizzazione di Google Alerts

Tutti conoscete Google Alerts, vero? Se non lo conosci, in due parole, e’ un servizio che permette di ricevere delle notifiche via email o RSS di qualcosa che Google e’ riuscito a trovare all’interno dei suoi indici sull base delle parole chiave che sono state impostate, inviando il “frutto” della ricerca ad intervalli temporali prestabiliti.

Ebbene, Google Alerts si rileva utile per tante cose, specie per chi lavora nel marketing e nel PR, o anche nella SEO. Tra i vari usi che ne faccio, ad esempio, è quello di ricevere dei feed per popolare automaticamente lo stream delle news da pubblicare su alcuni siti.

E’ successo che qualche tempo fa, per fare un esperimento, ho cambiato delle parole chiave e, tra le altre cose, ho deciso anche di creare un feed invece che la consueta email. Ora, come molto probabilmente sapete, io adesso vivo in Inghilterra, e quando mi sono collegato alla interfaccia di gestione del Google Alerts, la versione di Google che mi si è aperta è stata quella inglese, e non quella italiana che invece avevo utilizzato all’epoca della configurazione originale. Tutto normale, potreste pensare voi. La cosa peggiore che puo’ capitare e’ quella di vedere le icone e le descrizioni tradotte in lingua, cosa che di fatto e’ avvenuta. E invece no. Non è tutto.

Infatti, nell’aggiungere la nuova parola chiave, nonostante la stessa fosse scritta in italiano, quando è stata immessa nel sistema, per qualche strana ragione Google Alerts ha utilizzato anche il codice lingua dell’interfaccia per filtrare ulteriormente i risultati che il servizio mi ritornava.

Così per un certo numero di mesi ho iniziato a ricevere poche notizie, e di scarsa qualità, al punto che pensavo che Google stesse lavorandoci sopra. Magari un baco del feed. Ma nessuno si lamentava, e sulla rete non leggevo nulla di strano in merito. Così ho provato a ripristinare la ricerca come email, ma anche li non è cambiato nulla.

Cosa era successo? Semplice, come detto poc’anzi, quel codice lingua e’ stato utilizzato dal servizio per mostrare le opzioni. Un pò come quando, utilizzando il motore di ricerca, si entra nelle impostazioni per specificare di cercare solo in lingua inglese, ma poi il termine inserito è uno italiano. Risultato? Pochi o nessun risultato.

querystring di google alerts

Morale della favola? Se siete all’estero, per lavoro o per vacanza, e vi salta il pallino di utilizzare Google Alerts, ricordatevi di collegarvi al servizio utilizzando l’interfaccia nativa della lingua a cui la parola chiave utilizzata fa riferimento.