Google webmaster tools e Bing webmaster center tornano ad essere riallineati

Nonostante la recente sfida lanciata dal motore di Redmont chiamata “Bing it On” abbia rilevato come gli utenti siano più soddisfatti della qualità delle SERPs restituire da Bing, la quota di mercato di Google negli ultmi 4 anni nel mercato UK è stata in media intorno al 91.37%.

Una percentuale che è addirittura cresciuta durante lo scorso mese di luglio, forse in combinazione con le recenti Olimpiadi 2012, forse per altre ragioni. Qualunque esse siano, al preferenza rimane nonostante la qualità non sia delle migliori.

Utenti e professionisti si stanno lamentando di questa qualità da un certo numero di mesi, e i più recenti cambiamenti all’agoritmo non hanno trovato il mio pieno consenso. Ne stavo giusto discutendo con un ex collega via Twitter, e - ad esempio - entrambe conveniamo che il vecchio metodo di limitare i risultati della ricerca a sole due menzioni per dominio era di gran lunga migliore dell’aggiornamento conosciuto come “domain crowding” (e forse addirittura migliore dell’ancor più recente EMD, che non ho ancora avuto modo di passare al setaccio).

Google vs. Bing – Quale è il migliore?

Potremmo discutere di questo aspetto per ore, ma molto dipende da quale angolo siamo realmente interessati a valutare.

Ai fini di questo articolo, parlerò esclusivamente delle loro console per Webmasters.

Per anni Google è stato indubbiamente l’unico motore a fornire un panello dedicato ai proprietari dei siti (o marketers) con il quale questi potevano collezionare alcuni dettagli utili circa il loro sito o “mettersi in diretto contatto” con l motore di ricerca.

E’ stato solo nel 2009 che Bing lanciò la sua “Bing Webmaster Console” che nell’industria SEO viene anche chiamata BWT o Bing Webmaster Tools (giusto per ricalcare le orme di Google).

Al momento del lancio, non vi era ombra di dubbio che come per tutti i prodotti Google, anche il Google Webmster Tools era lo strumento più avanzato in circolazione. Per quanto possa ricordare, da quando la console di Bing è stata rilasciata, non vi è stato nulla che fosse migliore di Google. Uguale forse si, ma nulla di migliore, al di là di un layout più chiaro e qualche informazione aggiuntiva che si sono affacciate agli inizi di quest’anno, ma che al tempo stesso Google ha prontamente calmierato con la sua nuova interfaccia.

Ok, Bing ha qualche cosa in più … un SEO Analyzer, un tool (in beta) che permette la scansione delle pagine di un sito per verificarne la consistenza rispetto alle linee guida SEO. Tuttavia se vi definite degli operatori SEO, onestamente non dovreste fare uso di tool simili ed è per questa ragione che non l’ho considerato in prima battuta come una differenza.

 Bing SEO Analyzer Il primato di cui sto parlando è rimasto indiscusso nelle mani di Google fino a Luglio 2012, quando uno scossone ha colpito l’industria SEO con l’introduzione da parte di Bing del tool per la “scomunica” degli URL. Una mossa al quanto inaspettata, perchè Bing non ha mai ufficialmente dichiarato guerra ai “link cattivi”. Tuttavia, con il rilascio di questo tool, il team di qualità di Bing ha voluto porre l’accento sul problema tanto quanto Google.

E’ questo rilascio parte di una strategia da parte di Bing che prevederà ulteriori risvolti nei mesi a seguire? E’ il loro tool per il disconoscimento dei link il preludio di una serie di messaggi che inizieranno ad arrivare anche da parte del BWT?

E’ difficile dirlo in questo specifico momento, pertanto perdonatemi l’impossibilità di fornire altre informazioni in merito.

Sono quasi sicuro che hai già sentito parlare di link di scarsa qualità, e se non lo hai fatto prima del 24 di Aprile, vi sono serie possibilità che tu riceva delle email automatiche a casa dell’aggiornamento Penguin di Google.

Se sei curioso di sapere cosa sia un link di bassa qualità, in due parole questo è uno di quei link che viola le linee guida del Google Webmaster Tools (recentemente modificate), ovvero un :

  1. link acquistato
  2. link ricevuto a seguito di uno scambio merci (esempio io produttore invio ad un blogger un prodotto per la recensione al fine di ottenere un link)
  3. link rientrante nello schema di scambio “io linko te … tu linki me”
  4. link che referenzia siti o risorse spazzatura poco pertinenti e inutili per la risorsa che linka
  5. link incluso in una pagina partner creata su misura
  6. link generato automaticamente da programmi che inseriscono commenti senza senso su forum e blogs

Il fatto che Bing non abbia dei “termini e condizioni” specifici non vuol dire che loro non prendano seriamente questo aspetto. Poichè un link dannoso è un link dannoso, e allo stato delle cose non è possibile per il webmaster specificare per quale motore un dato link deve essere valido e quale no (Che la sorte ce ne scampi da una ipotesi del genere - NDR), applicare le linee guida di Google in tutte le circostanze è sicuramente la scelta migliore.

Se in passato hai fatto uso di una delle tecniche sopra descritte, allora hai chiaramente violato le linee guida del webmaster, e fatto salvo azioni correttive prima o poi aspettati una qualche forma di ammonimento (o peggio ancora di penalizzazione).

Come proprietario di un sito (o come marketer), tu sei la sola persona in grado di sapere cosa è successo al tuo sito e da dove questo viene linkato, e lamentarsi con i motori di ricerca se questi non mostrano quali sono i links che trasmettono valore non serve a nulla. Quello di cui c’è bisogno è un approccio metodologico per sapere quali e quanti link possono o stanno già generando problemi.

Anche se non hai ricevuto alcun avviso, non è una cattiva idea iniziare una attività di pulizia dei links (del resto la SEO è consulenza, quindi quale migliore opportunità per qualche ora extra? - NDR). Questo perchè gli scenari mutano nel tempo, e quello che un tempo poteva essere un buon sito, oggi magari non lo è più.

Sfortunatamente questo è un processo laborioso, e come se non bastasse in alcune occasioni potreste non essere in grado di ottenere risultati visto che i webmaster o i proprietari di certi siti sono irragiungibili. Un problema non da poco, visto che questi links continueranno a danneggiare il vostro “profilo”.

Una buona ragione per utilizzare il tool per “screditare” i links. Entrando nella console per Webmaster si potranno indicare al motore di ricerca quali sono i links che volete escludere dla grafo dei backlinks sui quali si basa il vostro processo di ranking. E’ assai improbabile che una volta effettuata una modifica si vedano cambiamenti repentini, ma sono sicuro che nel momento in cui il motore di ricerca processerà la vostra richiesta alcune differenze saranno visibili.

Nota: sarebbe interessante poter utilizare il tool per “screditare” un link ad alto trust e vedere che genere di comportamento i motori di ricerca hanno. Purtroppo al momento non ho domini da sacrificare, ma se ne avete, fate un fischio e facciamo dei test.

Sbagliato. Il 16 ottobre 2012 Matt Cutts ha annunciato ufficialmente l’introduzione di questo servizio nel pannello di controllo per webmaster di Google.

Questo è uno strumento avanzato che va usato con assoluta cautela in quanto potrebbe danneggiare le perfomance organiche del vostro sito web.

 Google disavow tool L’interfaccia è veramente minimale, ma al tempo stesso molto efficace. Infatti l’unica cosa necessaria è quella di caricare un file di testo contenente tanti links quanti si vogliono riportare come quelli da “screditare”.

Personalmente, e questo non lo dico perchè sono un TC, ma ritengo questo sistema più webmaster / SEO specifico, perchè gli operatori del settore sono chiaramente tenuti ad avere qualche conoscenza più approfondita piuttosto che basare le loro consulenze su “sistemi user-friendly”.

Il tool è tutt’altro che complicato come dicevo poco sopra, e dozzine di screenshot sarebbero state tuttt’altro che utili. Ho quindi preferito compilare l’elenco puntato sottostante per ricordarvi a sommi capi cosa va fatto:

  1. Caricare un file di testo con una riga contenente il percorso completo per ogni link che volete screditare. Se volete scartare l’intero dominio non dovete scrivere tutti i link, ma molto semplicemente il dominio senza nulla in coda.

  2. Ricordarsi che l’ultimo file caricato è quello che comanda. Questo significa che se ieri avete caricato un file che escludeva i links 1, 2 e 3 e oggi caricate una nuova versione con 1,2 e 4 da oggi in poi il link 3 torna ad essere considerato valido a tutti gli effetti. Al momento, infatti, non esiste una funzione storica di archiviazione del file (ma forse verrà introdotta a breve??)

  3. In termini di penalizzazione, ricordate che non esiste un effetto immediato tra la sottomissione del file e la riconsiderazione stessa. Occorrerà un minimo di tre settimane almeno prima che qualcosa succeda, quindi astenetevi da entrare nel webmaster forum lamentandovi del fatto che il vostro sito è ancora al di fuori delle SERPs.

  4. Ricordate che l’avere a disposizione il tool per lo screditamento dei link non vi esime dall’effettuare le richieste di riconsiderazione, anzi a tal proposito la prassi da seguire in caso di penalizzazione diventa quindi la seguente:

  1. Procedere alla pulizia manuale dei link per quanto possibile;
  2. Preparare e sottomettere il file per tutti quei link la cui pulizia non è stata possibile;
  3. Effettuare una richiesta di riconsiderazione specificando che avete proceduto ad inoltrare un file tramite il Google tool

Non commettete l’errore di considerare il tool come la panacea a tutti i vostri mali, delegando al tool tutte le vostre responsabilità SEO. Più siti da riconsiderare ed escludere sottomettete e più tempo sarà necessario per il tool di Google per processare le richieste, perchè i siti dovranno essere rivalutati uno ad uno.

Tutte le informazioni verranno gestisce centralmente a i link screditati potranno contribuire alla formazione di un elenco di “siti cattivi”, ma questa è una mia personale conclusione e al momento non esistono certezze in merito.

Ogni commento è come sempre benvenuto; nel mentre, buon divertimento con la Google Disavow.