Una sitemap multiuso. Vantaggi o svantaggi?

Non molto tempo fa Google utilizzando le estensioni del protoccolo sitemap, ha integrato la possibilita’ di sottometere un unico file tanto le pagine che le immagini appartenenti ad un sito; ne avevo parlato nell’articolo (Sitemap per le immagini).

Lo scorso 29 giugno, Google lo ha rifatto di nuovo, ed ha introdotto la possibilità di gestire più formati in un unico file.

Dal 2006, quando cioè il protocollo è stato abbracciato dai tre principali motori di ricerca (Google, Yahoo! e oggi Bing), i tre giganti hanno sempre cercato di mantenere una linea di condotta univoca promuovendo modifiche congiunte. Questa “presa di posizione” di Google, tuttavia, sembra infrangere la partenership.

Per carità, sia ben inteso che quando l’estensione per le immagini è stata introdotta, mi sono attivato subito affinchè su un sito che gestisco le immagini - che vengono caricate mediante AJAX - trovassero immediatamente spazio nel file per una migliore indicizzazione.

Ma queste nuove modifiche, ovvero la possibilità di segnalare anche video, news, codice, pagine per il mobile ecc., proprio non mi piace. Stiamo parlando del resto di elementi del web si, ma fortemente contraddistinti tra di loro, in particolare le pagine per mobile, che in realtà godono (o dovrebbero godere) di una vita tutta loro con dei siti appositamente realizzati.

E allora dove sta il vero vantaggio?

Alcuni potrebbero obiettare per una maggiore semplicità nella creazione della sitemap e nella relativa gestione. Personalmente non ne sono così convinto; immagginate tutti quei siti o script che attualmente generano le sitemap in automatico. Di fatto richiederebbero di essere aggiornati per abbracciare il nuovo standard. E per portare quale reale vantaggio rispetto al file separato? Cioè, quello che si sta chiedendo è uno sforzo per produrre qualcosa di tecnlogico che non porterà alcun vantaggio nel processo di indicizzazione. E come se non bastasse, come sottolinea Vanessa Fox, questa cosa secondo me sarà dannosa per la valutazione dello stato di “salute del sito web”. Se infatti prima, a colpo d’occhio, guardando il numero di pagine indicizzate potevamo renderci conto se qualcosa era andato “diritto o storto”, ora con questa gran confusione, questa valutazione non sarà più possibile.

Morale della storia?

Considero questa modifica come un grande flop da parte di Google, l’ennesimo dopo Wave, Buzz e Orkut, con la differenza che questa volta ha fallito nel suo campo di battaglia principale: la Search.